Piove. Leggera e fredda è questa pioggia. La radio mi rallegra un po' questa mattina. Non è un brutto giorno, o meglio: fa freddo e piove! Ma, in fondo, è pur sempre autunno; è pur sempre il due di novembre e non si può pretendere altro. Quindi il cielo grigio e questa voglia di letto e coperte ci stanno.
Il fine settimana - oggi è lunedì - è stato tranquillo. Ieri era persino una splendida giornata. "Week-end piovoso", urlavano le previsioni, eppure... domenica pomeriggio, passeggiando per il centro, ho addirittura tolto il giubbotto! D'accordo, sono stato un po' azzardato, ma riporto questo fatto per dire che il sole, seppur ormai con poco spazio nella giornata, batteva ancora e si faceva onore. Oggi, invece, sembra autunno. Già, è vero: lo è.
Il lunotto anteriore dell'auto ora è completamente bagnato. Lo speaker, intanto, annuncia l'evento del giorno che riflette un fatto di ieri: Alda Merini è morta. Aumento la velocità dei tergicristalli. Adesso vedo bene, ma avrei tanto voluto non sentire.
Ancora. Il conduttore manda in onda una poesia di Alda recitata da lei stessa, forse un pezzo di repertorio di una sua rappresentazione pubblica: è una poesia d'amore di una donna per un uomo; di quella donna sola, stravagante, che ha saputo tanto amare la luce della vita.
Ho sempre rubato versi alla Merini: in libreria, mentre cercavo altri libri e ne prendevo uno suo in mano, per leggerne una o al massimo due sue poesie; da qualche fotocopia; ascoltando qualche fonte audio. Tuttavia sempre poco, molto poco alla volta, perché la lettura o l'ascolto di ogni sua composizione è la scoperta di un'anima intera... e ti riempie...
La trasmissione continua con qualche aneddoto sulla poetessa, poi via con una canzone. Spengo in tempo la radio. Fra poco comincerò a lavorare e questo spleen d'autunno scemerà tra i tic tac delle tastiere, il caffè con i colleghi e la solita routine.
Accendendo una luce penserò ad un'anima profonda.
LR.
P.S.
Sito di Alda Merini...
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