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Opinabile

è tutto ciò che scrivo, vedi tu se credermi o rendermi infelice...

lunedì 19 luglio 2010

Il Giovane Holden : citazioni senza pretese - #1

Il 12/07/2010 è partita una lettura virtuale collettiva de Il Giovane Holden di J.D. Salinger.

Sto partecipando volentieri e con piacere a questa (per me) nuova esperienza. (Per chi volesse... è un'iniziativa del gruppo Brescia di aNobii ... è necessario essere iscritti...).

La lettura virtuale si compie in tre sessioni: dal cap. I al cap. IX; dal cap. X al cap. XVIII; dal cap. XVII al cap. XVI.

Il volume cui mi attengo è il seguente:
"Il Giovane Holden" - Einaudi - ET - Traduzione Adriana Motti

Su aNobii, oltre ad un dettaglio sul libro, si possono trovare molti commenti.

Per una scheda di riferimento de Il Giovane Holden si può consultare direttamente Wikipedia.

Qui, in questo appunto, mi sono segnato le "frasi" o alcune sequenze che mi hanno colpito, dei primi nove capitoli. Il criterio con cui ho agito non è logico, né l'intento è stato quello di ricostruire una trama, né di fare un'analisi di Holden e via dicendo. Sono solo delle citazioni a (mio) sentimento, senza pretesa alcuna.

Buona lettura.



Da Nota al titolo
Gin a body meet a body
Coming through the rye;
Gin a body kiss a body,
Need a body cry?

Cioè, traducendo letteralmente dal vernacolo scozzese: Se una persona incontra una persona che viene attraverso la segale; se una persona bacia una persona, deve una persona piangere?
Dal Cap. I
(Da pag. 3)
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i iei genitori ecompagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio d'infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto.
...
Niente di piú di quel che ho raccontato a D. B., con tutto che lui è mio fratello e quel che segue. Sta a Hollywood, lui. Non è poi tanto lontano da questo lurido buco, e viene qui a trovarmi praticamente ogni fine settimana.
...
Ha appena preso una Jaguar. Uno di quei gingilli inglesi che arrivano sui trecento all'ora. Gli è costata uno scherzetto come quattromila sacchi o giú di lí. È pieno di soldi, adesso, Mica come prima.

(Da pag. 4)
Ha scritto quel formidabile libro di racconti, Il pesciolino nascosto, se per caso non l'avete mai sentito nominare. Il piú bello di quei racconti era Il pesciolino nascosto. Parlava di quel ragazzino che non voleva far vedere a nessuno il suo pesciolino rosso perché l'aveva comprato coi soldi suoi. Una cosa da lasciarti secco. Ora sta a Hollywood, D. B., a sputtanarsi.
...
E sotto quel tipo a cavallo c'è sempre scritto: “Dal 1888 noi forgiamo una splendida gioventú dalle idee chiare”. Buono per i merli.

(Da pag. 5)
L'ho
trovata simpatica. Aveva un gran naso e le unghie tutte mangiucchiate a sangue, e portava quei dannati reggipetti imbottiti che stanno sempre in posizione di sparo, ma in un certo senso faceva pena. Quello che mi piaceva di lei è che non vi rifilava le solite merdate che suo padre era un grand'uomo. Doveva sapere che razza di marpione sfessato che era.

(Da Ppag. 6)
Ad ogni modo, era dicembre e tutto quanto, e l'aria era fredda come i capezzoli di una strega, specie sulla cima di quel cretino d'un colle.
...
A Pencey c'erano un sacco di farabutti. Una quantità di ragazzi venivano da famiglie ricche sfondate, ma c'erano un sacco di farabutti lo stesso. Una scuola, piú costa e piú farabutti ci sono - senza scherzi.
...
Che l'addío sia triste o brutto non me ne importa niente, ma quando lascio un posto mi piace saperlo, che lo sto lasciando. Se no, ti senti ancora peggio.

(Da pag. 7)
C'era una gelata del diavolo e per poco non finii per terra. Non so nemmeno perché stessi correndo - vuol dire che mi girava cosí. Dopo attraversata la strada, mi sentii come se stessi svanendo. Era uno di quei pomeriggi pazzeschi, freddo da morire, senza sole né niente, e ti sentivi come se stessi svanendo ogni volta che attraversavi una strada.
Dal Cap. II
(Da pag. 9)
Prendi uno che è un vecchio bacucco, come il vecchio Spencer, comprare una coperta può mandarlo in sollucchero.

(Da pag. 11)
Lui attaccò il suo solito su e giú con la testa. Roba che in vita vostra non avete mai visto nessuno fare cosí su e giú con la testa come il vecchio Spencer. Uno non sapeva mai se muoveva tanto la testa perché stava pensando eccetera eccetera, o solo perché era un caro vecchiotto che non capiva un accidente.

(Da pag. 12)
Avevo sedici anni, allora, e adesso ne ho diciassette, e certe volte mi comporto come se ne avessi tredici. È proprio da ridere, perché sono alto un metro e ottantanove e ho i capelli grigi. Sul serio.
...
Il vecchio Spencer ricominciò a fare su e giú con la testa. Cominciò pure a mettersi le dita nel naso. Faceva come se stesse soltanto pizzicandoselo, ma in realtà ci infilava dentro il suo vecchio pollice.
...
Eccezionali. Ecco una parola che detesto con tutta l'anima. È fasulla. Roba che vomiterei ogni volta che la sento.

(Da pag. 13)
Ecco una cosa che mi fa perdere le staffe. Quando la gente dice le cose due volte, dopo che uno gli ha dato ragione la prima volta. Allora lui la disse tre volte.

(Da pag. 14)
Lui si mise a maneggiare il mio compito come se fosse uno stronzo o che so io.
...
Ma lui lo lesse lo stesso. Non puoi fermare un professore quando vuol fare una cosa. La fa, e basta.
...
E io dovevo starmene seduto lí a sentire tutte quelle cretinate. Era proprio un tiro schifo.

(Da pag. 15)
Poi posò il mio maledetto compito e mi guardò come se mi avesse clamorosamente battuto a ping-pong o che so io

(Da pag. 17)
Per ora, riesco solo a pensare che mercoledí vado a casa. Sono un vero lavativo.

(Da pag. 19)
Sono quasi sicuro che mi gridò “Buona fortuna!” Spero di no. Accidenti, spero proprio di no. Io non griderei mai “Buona fortuna!” a nessuno. È tremendo, se uno ci pensa.
Dal Cap. III
(Da pag. 20)
Io sono il piú fenomenale bugiardo che abbiate mai incontrato in vita vostra. È spaventoso. Perfino se vado all'edicola a comprare un giornale, e qualcuno mi domanda che cosa faccio, come niente dico che sto andando all'opera. È terribile.
...
Avreste dovuto vederlo, il vecchio Ossenburger. Quello è tipo da ficcarli in un sacco e buttarli a fiume.

(Da pag. 21)
Ci stava dicendo che fenomeno era lui, che uomo in gamba e compagnia bella, quando tutt'a un tratto il ragazzo seduto nella fila davanti a me, Edgar Marsalla, mollò una scoreggia tremenda. Certo fu un po' forte, in cappella eccetera eccetera, ma fu anche un vero spasso. Il vecchio Marsalla. A momenti faceva saltare il tetto.

(Da pag. 22)
Mi avevano dato La mia Africa di Isak Dinesen. Io credevo che fosse una porcheria, e invece no. Era un libro bellissimo. Io sono di un'ignoranza crassa, ma leggo a tutto spiano.

(Da pag. 23)
Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però.

(Da pag. 30)
- Smettila di chiamarmi “pivello”, la miseria! Sono abbastanza vecchio per essere il tuo pidocchioso padre.

Dal Cap. IV
(Da pag. 33)
Prendete uno molto bello, o uno che si crede proprio un fenomeno, be', sta sempre a chiedervi di fargli un grosso favore. Siccome si amano follemente, credono che li amiate follemente anche voi, e che moriate dalla voglia di fargli un favore. È un po' buffo, in un certo senso.

(Da pag. 34)
E fece un enorme sbadiglio prima ancora d'aver finito di parlare. E questa è una cosa che mi rompe gloriosamente le scatole. Se uno sbadiglia proprio mentre ti sta chiedendo di fargli un maledetto favore, dico.

(Da Pag. 36)
Aveva quello stramaledetto Dobermann Pinscher che pareva un bue.

(Da pag. 38)
Era un vero mandrillo, quel bastardo di Stradlater.

Dal Cap. V
(Da pag. 42)
Però fu bello quando uscimmo dalla sala da pranzo. C'erano dieci centimetri di neve per terra, e continuava a venirne giú un sacco e una sporta. Era uno spettacolo fantastico, e cominciammo tutti quanti a buttarci palle di neve e a fare i matti scatenati. Una cosa da asílo di infanzia, ma ci divertivamo un mondo.

(Da pag. 45)
Sicché andò a finire che feci il tema sul guantone da baseball di mio fratello Allie. Era un argomento molto descrittivo. Dico davvero. Mio fratello Allie, dunque aveva quel guantone da prenditore, il sinistro. Lui era mancino. La cosa descrittiva di quel guanto, però, era che c'erano scritte delle poesie su tutte le dita e il palmo e dappertutto. In inchiostro verde. Ce le aveva scritte lui, cosí aveva qualcosa da leggere quando stava ad aspettare e nessuno batteva. Ora è morto. Gli è venuta la leucemia ed è morto quando stavamo nel Maine, il 18 luglio del 1946. Vi sarebbe piaciuto.
...
Aveva solo tredici anni e loro volevano farmi psicanalizzare e compagnia bella perché avevo spaccato tutte le finestre del garage. Non posso biasimarli. No, francamente. Ho dormito nel garage, la notte che lui è morto, e ho spaccato col pugno tutte quelle dannate finestre, cosí, tanto per farlo. Ho tentato anche di spaccare tutti i finestrini della giardinetta che avevamo quell'estate, ma a quel punto mi ero già rotto la mano eccetera eccetera, e non ho potuto.
È stata una cosa proprio stupida, chi lo nega, ma io quasi non sapevo nemmeno quello che stavo facendo, e poi voi non conoscevate Allie. La mano ogni tanto mi fa ancora male, quando piove e compagnia bella, e io non posso piú stringere il pugno - ben stretto, voglio dire - ma tolto questo non me ne importa molto. Voglio dire che in qualunque caso non diventerò mai un dannato chirurgo e nemmeno un violinista né niente.

(Da pag. 47)
Potevi sentire anche il vecchio Ackley che russava.
Attraverso quelle dannate tende della doccia, potevi sentirlo. Aveva la sinusite, e uando dormiva non respirava tanto bene. Le aveva tutte lui, quello là. Sinusite, foruncoli, denti schifi, alito cattivo, unghie sozze.
Come facevi a non compatirlo un po', quello svitato figlio di puttana.
Da Cap. VI
(Da pag. 48)
Quando una cosa mi fa stare molto in pensiero, non mi metto a camminare su e giú. Devo persino andare al gabinetto, quando una cosa mi fa stare in pensiero. Solo che non ci vado. Sono troppo in pensiero per andarci. Non voglio smettere di stare in pensiero per andarci.

(Da pag. 49)
Tu fai sempre tutto a culoverso.

(Da pag. 50)
- Le hai detto che la salutavo? - gli domandai.
- Sí.
Col fischio che l'aveva fatto, quel bastardo.

(Da pag 51)
- L'hai stantuffata nella stramaledetta macchina di Ed Banky? -

(Da pag. 52)
Lui non sopportava di sentirsi chiamare stronzo. Tutti gli stronzi non sopportano di sentirsi dello stronzo.

(Da pag. 54)
Avevo sangue sulla bocca, sul mento, perfino sul pigiama e sulla vestaglia. Un po' mi spaventava e un po' mi affascinava. Mi dava una cert'aria da duro. In vita mia avevo fatto a cazzotti solo un paio di volte, e le avevo buscate tutt'e due le volte. Non sono tanto duro. Sono pacifista, se proprio volete saperlo.

Dal Cap. VII
(Da pag. 55)
Era piuttosto buio, e io misi il piede su una scarpa e per poco non caddi a faccia avanti. Ackley si tirò un po' su nel letto e si appoggiò sul braccio. Aveva chili di non so che porcheria bianca sulla faccia per i brufoli. Nel buio pareva un fantasma. - Ma che diavolo stai facendo, insomma? - dissi.

(Da pag. 57)
Mi faceva proprio uscire dalla grazia di Dio quando pensavo a lei e a Stradlater fermi chi sa dove in quella macchina culona di Ed Banky.
Dal Cap. VIII
(Da pag. 63)
L'unico guaio era che il freddo mi faceva dolere il naso e il labbro superiore, dentro, dove il vecchio Stradlater mi aveva appioppato quello sgrugnone. Mi aveva spaccato il labbro contro i denti, e mi faceva piuttosto male. Le orecchie le avevo a posto e calde, però.

(Da pag. 64)
Le donne mi lasciano secco. Sul serio. Con questo non voglio mica spacciarmi per un erotomane o giú di lí - per quanto abbia una certa carica. È solo che mi piacciono, voglio dire. Non fanno che lasciare le loro maledette valige in mezzo al corridoio.

(Da pag. 66)
Sensibile. Mi lasciò secco. Quel Morrow era sensibile suppergiú quanto un dannato cesso.
...
Era carina, mentre fumava. Aspirava e tutto quanto, ma non divorava il fumo come fanno quasi tutte le donne della sua età. Aveva fascino a strabenedire. E sex-appeal a strabenedire, anche, se proprio volete saperlo.

(Da pag. 67)
Prendi uno come Morrow, che sta sempre a sbattere l'asciugamano sul sedere della gente - col fermo proposito di far male a qualcuno - non è che sono bastardi solo da ragazzi. Restano bastardi per tutta la vita.

(Da pag. 69)
[...] le dissi che sarei andato nell'America del Sud con mia nonna. E questa era proprio grande, perché mia nonna è troppo se mette il naso fuori di casa, tranne forse per andare a qualche dannato spettacolo diurno o che so io.
Dal Cap. IX
(Da pag. 70)
Arrivammo all'albergo Edmont e io entrai. Mi ero messo il mio berretto da cacciatore, in tassí, tanto per fare una cosa, ma prima di entrare me lo tolsi. Non volevo aver l'aria di un pazzoide o che so io. Che è proprio da ridere. Ancora non sapevo che quel dannato albergo era pieno di pervertiti e di sudicioni. Pazzoidi a strabenedire.

(Da pag. 73)
Senza scherzi, quell'albergo era nero di pervertiti. Io probabilmente ero l'unico bastardo normale che ci fosse là dentro - è tutto dire. Per poco non mandavo un telegramma al vecchio Stradlater, per dirgli di prendere il primo treno per New York. Sarebbe stato il re dell'albergo.
...
Con la fantasia, probabilmente, sono il piú grande maniaco sessuale che abbiate mai visto. Certe volte sono capace di immaginarmi delle vere sconcezze che non mi dispiacerebbe di fare, se appena se ne presentasse l'occasione. Posso perfino capire che ci si potrebbe divertire moltissimo, in un modo un po' sconcio e se si fosse tutt'e due un po' brilli e via discorrendo, a prendere una ragazza e a sputarsi in faccia dell'acqua o vattelappesca.
C'è però che l'idea non mi piace. Se provi ad analizzarla, puzza. Io penso che se una ragazza non vi piace veramente, non dovreste affatto spassarvela con lei, e se invece vi piace, allora è presumibile che vi piaccia anche il suo viso, e in questo caso dovreste guardarvi bene dal fargli certe sconcezze come sputarci l'acqua sopra.

(Da pag. 74)
Il sesso è una cosa che francamente non capisco troppo. Non sapete mai dove diavolo siete. Io continuo a impormi tutte queste regole sessuali che poi smetto subito di osservare. L'altr'anno mi ero imposto la regola di non spassarmela piú con le ragazze che, stringi stringi, mi rompevano l'anima. Una regola che smisi di osservare quella settimana stessa - quella sera stessa, a dire il vero. Passai tutta la sera a prendermi dei passaggi con una marpiona di prima forza che si chiamava Anne Louise Sherman. Il sesso è una cosa che non capisco proprio. Giuro su Dio che non lo capisco.

(Da pag. 75)
Mi sentivo parecchio immandrillito.



LR.

Vedi anche:
>>Il Giovane Holden : citazioni senza pretese - #2



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