Non si deve.
Non chiedete.
L'albero di Natale non ci sarà.
Ma come
nel bosco
avete mandato il babbo?
Gli tendono,
dal bosco,
le schegge dei proiettili,
per afferrarlo,
la zampa rapace.
E' impossibile.
Oggi ci saranno
sull'albero,
sull'ovatta,
scintillanti lustrini.
Laggiù,
milioni di canne mortifere
pungono,
e l'ovatta non basta ai feriti.
No.
Non si accenderà.
Non ci saranno candele.
Nel mare
frugano mostri di ferro.
e da questi mostri
uomini malvagi
aspettano
di veder brillare una finestra.
Non parlate.
Si dicono sciocchezze,
che il nonno è venuto,
con un mucchio di giocattoli.
Il nonn non c'è.
Il nonno è in fabbrica.
In fabbrica?
Sì, in quella che fa polvere da sparo.
Non ci sarà musica.
Dove trovare
le mani?
Nessuno suonerà.
Vostro fratello,
adesso,
è un martire senza braccia,
che varca, raggiante, le porte del paradiso.
Non piangete.
A che serve?
Non accigliate i visini.
Che importa,
se non ci sarà?
Presto tutti,
intrecciando le voci
in richiami gioiosi,
andranno incontro a un nuovo Natale.
L'albero ci sarà.
E tale
da non poterlo abbracciare.
Si appenderanno all'albero
splendori di ogni sorta.
Ci sarà un Natale ininterrotto.
Tanto che
festeggiarlo
verrà persino noia.
1916 - Conifere - da Guerra e Universo - Majakovskij
(da "Majakovskij - Il flauto di vertebre e prime poesie 1912-1916 - Passigli Poesia)
...
Auguri.
LR.
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